Maria-Cristina

Mi sono convertita nel 1975, Anno Santo, durante la festa dell’Annunciazione.
Vi riassumo il mio cammino. Sono cresciuta in una famiglia cristiana. Durante gli studi, ho conosciuto autori come Voltaire, Rousseau, Descartes e Nietzsche. Tutti questi autori fecero il vuoto spirituale dentro di me, trascinandomi in una spirale intellettuale negativa. Era la legge del “No”, il rifiuto sistematico e l’odio verso l’ordine naturale e divino. Ero tesa, angosciata, alla costante ricerca; nel negativismo, rimettevo tutto in causa ed in discussione.
Con questo spirito, nel 1974, iniziai a lavorare come assistente sociale a Lille; la mia collega M. mi parlava spesso di San Damiano e mi incitava ad andarvi. Ovviamente, mi rifiutavo categoricamente di farlo.
Un giorno la mia amica mi invitò a cena da lei, rifiutai, sapendo bene che tipo di amici sarebbero stati presenti. Tuttavia, avendo saputo che M. avrebbe preparato un tortino di patate, mi lasciai convincere e ci andai.
A quell’epoca non avevo mai il tempo di prepararmi dei buoni piattini e, lo ammetto, accettai l’invito solo per fare una buona cena.
Quella sera era presente una giovane donna A., una professoressa.
Anche lei si era convertita a San Damiano, dopo aver condotto una vita del tutto dissoluta. Mi raccontò la sua testimonianza e rimasi molto colpita della sua pace interiore e dal suo equilibrio.
Quell’incontro mi lasciò perplessa.
Il giorno dopo M. mi offrì un posto gratuito, per andare in pellegrinaggio a San Damiano: la partenza era prevista due giorni più tardi.
Accettai, ponendo però la condizione di essere lasciata tranquilla durante il pellegrinaggio. Dentro di me, partivo per fare quattro giorni di vacanza in Italia, senza avere nessuna intenzione di andarci per pregare. Desideravo solo cambiare aria.
Partimmo, quindi, il 4 aprile 1975: eravamo 40 persone, di cui più della metà giovani. La festa dell’Annunciazione era stata fissata, quell’anno, il 7 aprile, data che cadeva nella Settimana Santa.
Il viaggio fu insopportabile: solo rosari! Volevo tornare a casa in autostop! Arrivata sul po- sto, feci una bella passeggiata, poi mi riposai e tormentai non poco i pellegrini, continuando a contraddirli su tutto.
Il secondo giorno mi decisi ad andare a vedere quello che accadeva a San Damiano. Arrivata presso la statua della Madonna delle Rose, non potei rimanere, dato che mi sentivo come soffocare.
Nel pomeriggio Mamma Rosa, la veggente, volle parlare alle giovani coppie e ai giovani fidanzati del nostro bus. Terminato l’incontro, M. mi chiamò, per dirmi che Mamma Rosa voleva parlarmi.

Mamma Rosa

Rifiutai energicamente, ma i giovani mi incoraggiavano. Allora andai all’oratorio e là, Mamma Rosa, letteralmente, mi abbordò, mostrandomi quello che il buon Dio aveva fatto di bello per me e facendomi capi- re come tutto quello che io avevo ricevuto, lo stessi utilizzando per fare il male. Ella mi disse: “Anche tu potresti fare del bene, se lo volessi“
In quel momento mi tornarono in mente le persone che mi avevano indotta in errore, in passato e quelle alle quali io avevo indicato la cattiva strada. Fu come se qualche cosa si spaccasse in due dentro di me, e cominciai a discernere la nozione del bene e del male. Ero sconcertata da Mamma Rosa. Una signora di nazionalità belga, che ci accompagnava e che era stata guarita a San Damiano mi parlò del peccato, dell’inferno e del Purgatorio, che io avevo completamente dimenticato.
La notte dal 6 al 7 aprile, i giovani, ritornando al Piccolo Giardino, mi proposero di andare con loro. Rifiutai. Il nostro pellegrinaggio volgeva alla fine. Saremmo partiti il mattino dopo per Lille ed io bevevo la mia cioccolata, guardando la televisione.
Andai a dormire, o più precisamente… a tentare di dormire.

Il 7 aprile, verso le 3 del mattino, due giovani del nostro gruppo, col viso sereno e pacifico vennero in hotel a svegliarci, per dirci che avevano visto il volto di Cristo, sul vestito della statua della Santa Vergine, all’altezza del suo rosario. L’avevano visto, prima, bambino, poi giovane adulto e infine che soffriva la sua Passione in quell’ora. Tutti furono svegliati e si recarono subito alla statua della Santa Vergine. Io non volevo andarci, col pretesto, che non sarebbero stati dei miracoli a farmi credere.

Una signora allora mi trascinò verso la recinzione, invitandomi almeno a dire arrivederci alla Santa Vergine, dato che poi si ripartiva per Lille .

Statua Madonna Miracolosa delle Rose nel Giardino delle Rose

Allora mi diressi verso la statua , ma non la guardai. Poi, quando tutti i pellegrini si allontanarono, guardai il viso della bella Santa Vergine: se avessi potuto credere che Lei era davvero là , presente nel piccolo giardino, le avrei affidato un ‘intenzione. In quel momento abbassai lo sguardo e vidi il volto di Cristo crocifisso. In quell’istante sentii che qualche cosa in me voleva come liberarsi da un blocco e mi arresi.
Allora qualche cosa “si ruppe” dentro di me, qualche cosa scattò: ho compreso il Bene ed il Male. Lo sentii proprio fisicamente: i nodi si disfacevano, la spirale era stata spezzata, una tenda veniva strappata e la luce riempiva il mio spirito.
Mi sentivo liberata, sollevata. Dio esisteva e mi amava, non c’era più alcun dubbio.Arrivata a Lille, tutto era coperto di neve ed io mi sentivo in simbiosi con la natura.

Ma fu soltanto dopo una confessione generale ed un ritiro che mi sentii veramente serena e tranquilla. Preparai i piani per una nuova vita.
Non volevo abbandonare i miei amici di prima. La Santa Vergine non mi aveva convertita solo per me stessa… Quindi continuai a vivere in mezzo a loro. Furono due anni duri e di purificazione, durante i quali riscoprii la legge naturale e la legge divina: quella che Dio ha inscritto nel cuore di ognuno. Dovevo ricominciare ad imparare da zero, per liberarmi di quelle morbose letterature e filosofie, ingurgitate fino a quel momento.
Non termino la mia testimonianza, senza prima aver sottolineato la grande potenza della preghiera dei pellegrini. In effetti, durante il pellegrinaggio, i giovani hanno pregato molto per me. Mi rendo conto di tutte le grazie ricevute e, nonostante le sofferenze, non voglio fallire in questa missione di apostolato.
La Santa Vergine mi ha convertita nel giorno del suo “Fiat” e da quel momento, come una mamma, non mi ha più abbandonata. Mi ha spesso condotta lungo il cammino dell’accettazione e dell’offerta. Torno spesso a San Damiano, per attingere forza e, quando vedo il “parto spirituale” dei pellegrini, realizzato dalla nostra Mamma del Cielo , non posso che cantare il “Magnificat”.
Maria Cristina H. Francia

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